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PARIS – 2 juin 2024 -. Une étude majeure de l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) révèle une avancée significative dans le traitement du cancer du sein métastatique Her2 positif. Il est prouvé qu’un anticorps farmaco-conjugué, associé à un autre médicament, réduit le risque de progression de la maladie de 44 %. Cette découverte, qui combine trastuzumab deruxtecan et pertuzumab, ouvre de nouvelles perspectives prometteuses. Pour en savoir plus sur ce traitement révolutionnaire, lisez la suite.
2025-06-02 23:17:00
Cala del 44% il rischio di progressione del tumore del seno metastatico Her2 positivo grazie alla combinazione dell’anticorpo farmaco-coniugato trastuzumab deruxtecan con pertuzumab come trattamento di prima linea. Lo confermano i dati presentati lunedì 2 giugno nel corso della sessione orale late-breaking dell’edizione 2025 del Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), uno degli appuntamenti più attesi dell’anno in campo oncologico.
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I risultati dello studio Destiny-Breast09
A fornire le prove è lo studio di Fase 3 Destiny-Breast09, i cui risultati mostrano un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (PFS) nei pazienti con tumore del seno metastatico Her2 positivo, trattati con la combinazione trastuzumab deruxtecan e pertuzumab rispetto alla tripletta standard composta da taxano, trastuzumab e pertuzumab (ThP). Trastuzumab deruxtecan è un anticorpo farmaco-coniugato (ADC) DXd specificamente diretto contro il recettore Her2. Nell’analisi ad interim predefinita, la combinazione con pertuzumab ha ridotto del 44% il rischio di progressione di malattia o morte rispetto al trattamento ThP.
Sopravvivenza libera da progressione: oltre 40 mesi
In termini di sopravvivenza libera da progressione mediana, la combinazione trastuzumab deruxtecan + pertuzumab ha raggiunto 40,7 mesi, rispetto ai 26,9 mesi registrati con la terapia standard ThP, secondo la revisione centrale indipendente in cieco (BICR). I risultati sono stati coerenti in tutti i sottogruppi analizzati, compresi i pazienti con malattia de novo o ricorrente, stato del recettore ormonale (HR) e mutazione Pik3Ca. Secondo la valutazione degli sperimentatori, la PFS mediana con trastuzumab deruxtecan e pertuzumab ha confermato i 40,7 mesi, a fronte di soli 20,7 mesi con ThP.
Risposte più complete e durature
Importanti differenze sono emerse anche nei tassi di risposta: il tasso di risposta obiettiva (ORR) confermato è stato dell’85,1% con trastuzumab deruxtecan e pertuzumab, contro il 78,6% con il trattamento standard. La risposta completa (CR) è quasi raddoppiata: 15,1% contro 8,5%. Infine, la durata mediana della risposta (DoR) ha superato i 39,2 mesi con il nuovo regime, rispetto ai 26,4 mesi del gruppo di controllo.
Sopravvivenza globale e prossimi passi
I dati relativi alla sopravvivenza globale (OS) non sono ancora maturi (16% al momento del cut-off), ma mostrano già una tendenza favorevole per la combinazione trastuzumab deruxtecan + pertuzumab rispetto a ThP.
Tumore al seno, diagnosi più precisa grazie all’intelligenza artificiale
Nel frattempo, prosegue anche l’osservazione di un braccio sperimentale separato dello studio, che valuta l’efficacia della monoterapia con trastuzumab deruxtecan rispetto al trattamento standard. Questo segmento dello studio rimarrà in cieco fino all’analisi finale della PFS.
Curigliano: «Potenziale cambio nella pratica clinica»
A sottolineare il valore dello studio è Giuseppe Curigliano, presidente eletto di ESMO, professore di Oncologia medica all’Università di Milano e direttore della Divisione Sviluppo nuovi farmaci per terapie innovative allo IEO: «Nello studio Destiny-Breast09 sono stati inclusi oltre 1.100 pazienti con carcinoma mammario Her2-positivo metastatico» – ha spiegato – «Destiny-Breast09 è lo studio con il maggior numero di pazienti condotto finora nel trattamento di prima linea della malattia metastatica Her2 positiva. Ed è il primo studio in più di un decennio a dimostrare un miglioramento dei risultati nel setting di prima linea per un’ampia popolazione di pazienti con tumore del seno metastatico Her2 positivo. Trastuzumab deruxtecan ha dimostrato importanti miglioramenti in numerosi parametri, dalla sopravvivenza libera da progressione, al tasso di risposta obiettiva, alla risposta completa, fino alla durata della risposta. Questi risultati possono cambiare la pratica clinica». Curigliano ha poi ricordato la natura dell’anticorpo coniugato: «Trastuzumab deruxtecan è un farmaco di tipo Adc, che combina un anticorpo monoclonale, trastuzumab, con un agente citotossico, deruxtecan, per trattare specifici tipi di neoplasia. È altamente selettivo per le cellule tumorali, riducendo al minimo i danni alle cellule sane circostanti e aumentando l’efficacia del trattamento nei pazienti con tumore Her2-positivo».
Guarneri: «Risultati promettenti anche per l’Italia»
Un contributo significativo allo studio è arrivato anche dal nostro Paese. Lo ha ricordato Valentina Guarneri, direttrice dell’Oncologia 2 dell’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS di Padova e professoressa ordinaria di Oncologia medica all’Università di Padova: «Anche l’Italia ha contribuito attivamente all’arruolamento di pazienti nello studio Destiny-Breast09 con 9 centri coinvolti. Padova è stato il primo centro italiano per pazienti trattati nello studio. Nei tumori Her2-positivi, il doppio blocco anti-Her2, trastuzumab e pertuzumab, associato a chemioterapia con taxano rappresenta, ad oggi, la strategia standard di prima linea. I pazienti spesso presentano progressione di malattia a circa due anni dall’inizio della terapia standard di prima linea. L’attuale trattamento standard di seconda linea è rappresentato dall’anticorpo farmaco-coniugato trastuzumab deruxtecan, in pazienti che abbiano ricevuto uno o più precedenti regimi a base di terapia anti-Her2. Destiny-Breast09 ha evidenziato l’efficacia di trastuzumab deruxtecan anche in prima linea. Con una sopravvivenza libera da progressione mediana di oltre tre anni, i risultati di Destiny-Breast09 mostrano che trastuzumab deruxtecan, in combinazione con pertuzumab, ha il potenziale per diventare il nuovo standard di cura di prima linea».
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